Assenzio 2019 | Effetti Fitoerapici e Allucinogeni - Dosi, Liquore, Studi
In questo articolo parliamo dell'Assenzio e del Liquore di Assenzio, delle loro Proprietà, dei Principi Attivi e degli Utilizzi Tradizionali e Moderni. Con Studi scientifici, Dosaggi, Effetti Collaterali e Controindicazioni

Che Cos'è
L'assenzio maggiore (Artemisia absinthium) è una pianta officinale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae (Composite).
Le proprietà medicinali dell'assenzio sono note e utilizzate sin dall'antichità: sembra infatti che la pianta venga citata in un papiro egiziano del 1600 a.C.
Ancora oggi, l'assenzio viene usato in erboristeria come rimedio:
- eupeptico: per combattere digestione difficile, perdita di appetito e disturbi gastrointestinali minori;
- carminativo: favorisce l'eliminazione dei gas in eccesso dallo stomaco e dall'intestino.
Essendo una delle più note erbe amaricanti, l'Artemisia absinthium ha costituito uno dei principali ingredienti di aperitivi e vini aromatici digestivi. In particolare, le foglie e i fiori dell'Assenzio sono conosciuti soprattutto come ingredienti per la preparazione di un liquore particolare, conosciuto, appunto, con il nome di assenzio.
Liquore di Assenzio
Questo liquore di colore verde (detto anche fata verde) divenne popolarissimo tra gli scrittori e gli artisti parigini tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, e fu ispiratore del modo di vivere bohemiènne.
A causa dell'elevata gradazione alcolica, della presenza di α-tujone, ma soprattutto del contenuto di adulteranti e varie erbe tossiche, il liquore di assenzio produceva spiccati effetti psicoattivi, ricercati dagli artisti dell'epoca anche attraverso particolarissimi rituali d'assunzione.
L'uso cronico del liquore di assenzio produceva una sindrome chiamata “absintismo”, caratterizzata da dipendenza, ipereccitabilità e allucinazioni.
Tossicità
L'α-tujone (più tossico del β-tujone, anch'esso contenuto nella droga) ha effetti neurotossici, motivo per cui - sebbene il liquore di assenzio sia legalmente venduto e consumato in Italia - la legislazione vigente impone di non superare una concentrazione massima di questa sostanza.
L'α-tujone è una molecola praticamente insolubile in acqua, quindi risulta pressoché assente nei preparati acquosi (tisane e infusi), mentre viene estratta molto bene dall'olio e dall'alcool, ed è presente nell'olio essenziale di assenzio.
Per questo motivo, il Ministero della Salute ha inserito l'olio dell'Artemisia absinthium nell'elenco delle sostanze e dei preparati vegetali non ammessi negli integratori alimentari.
L'EMA, valutando che consumi giornalieri nell'intervallo di 3-7 mg di tujone non causano particolari problemi per la salute umana, ha proposto una dose giornaliera complessiva di 6mg di tujone come limite di esposizione massima sicuro.
A Cosa Serve
Utilizzi tradizionali
L'Artemisia absinthium - sinonimi Italiani Assenzio Romano o Assenzio Maggiore - ha un uso tradizionale di lunghissima data:
- come descritto nel Papiro di Ebers, gli egiziani usavano la pianta come antisettico, stimolante e tonico, e come rimedio per febbri e dolori mestruali
- Ippocrate raccomandava l'erba come cura per l'ittero
- Nella sua opera "Historica Naturalis" Plinio descrive l'estratto di assenzio come un beneficio di lunga data contro i vermi gastro-intestinali
- Plinio e Plutarco, nel 150 a.C. riferiscono come l'assenzio venisse utilizzato in qualità di insetticida per i campi, per disinfestare i cavoli dai bruchi
- Dioscoride lo raccomandava contro pulci, tarme, cimici e topi
- I Romani avevano l'abitudine di accogliere in Campidoglio gli atleti vincitori con una bevanda a base di assenzio, simbolo di salute per via delle qualità medicamentose
- Nel Medioevo, la pianta era usata per sterminare le infestazioni da tenie (verme solitario), lasciando l'ospite umano illeso.
- Paracelso descrive l'assenzio come uno stomachico, anestetico, che agisce anche come profilassi contro il mal di mare.
- L'assenzio è noto per aiutare la digestione e come trattamento efficace per il mal di stomaco: Dioscoride, Galeno e Hildegard von Bingen ne descrivono l'utilità nel trattamento dei disturbi gastro-intestinali.
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Utilizzi Fitoterapici Attuali
Ancora oggi, l'assenzio è utilizzato in fitoterapia:
- nella cura dei sintomi dispeptici e nelle digestioni lente e difficoltose, anche se accompagnate a disagi intestinali o a perdita di appetito;
- come erba ad amari (amaro aromatico), per promuovere l'appetito in caso di gastrite (lieve), ipoacidità di stomaco e ipocloridria;
- come eupeptico: sostanza di intenso sapore amaro che favorisce la digestione;
- come carminativo: favorisce l'eliminazione di gas dallo stomaco e dall'intestino;
L'assenzio è inoltre descritto come coleretico (capace di stimolare la secrezione biliare) ed epatoprotettivo (protegge e sostiene la salute del fegato).
In fitoterapia si utilizzano le parti aeree della pianta, essiccate e ridotte in taglio tisana per la preparazione di infusi e decotti, oppure polverizzate e usate come ingrediente di specifici integratori.
Meno utilizzate sono le tinture madri e il succo espresso, sempre ottenuti dalle parti aeree e diffusi soprattutto in Germania.
Olio Essenziale di Assenzio
A causa dell'alto contenuto di Tujone, l'olio essenziale di assenzio risulta tossico e non viene normalmente utilizzato in aromaterapia.
- Per uso interno, a bassissime concentrazioni, ha un'azione antispasmodica, ma a dosaggi più alti o se assunto per lunghi periodi agisce come un veleno convulsivante.
- Per uso esterno, ne è stratta descritta l'utilità nel trattamento di screpolature, scabbia e piaghe, grazie a proprietà cicatrizzanti e blandamente antibatteriche e antifungine.
Inusuale in aromaterapia per via della tossicità, l'impiego classico dell'olio essenziale di assenzio è quello profumiero, come ingrediente aromatico delle acque di colonia e come fragranza dei saponi.
Liquore d'Assenzio
Il liquore d'assenzio - o semplicemente assenzio - è un distillato ad alta gradazione alcolica (60-70°), di colore verde smeraldo o verde chiaro, ottenuto dalla distillazione di fiori e foglie dell'Artemisia absinthium e di altre piante.
L'inventore del liquore d'assenzio è stato il medico francese Pierre Ordinaire, che trasferitosi a Couvet, in Svizzera, inizio a testare le proprietà medicinali dell'Artemisia absinthium.
Ordinaire distillò un liquore (circa 60°di volume alcolico) a base di assenzio - ma anche di anice, issopo, dittamo, acoro, melissa e svariate quantità di altre erbe comuni - che ben presto diventò un elisir molto conosciuto.
Il consumo della “fatina verde” (Fée Verte - così veniva chiamato il liquore d'assenzio a quei tempi) si diffuse rapidamente negli ambienti bohemiènne artistici parigini, al punto che la bevanda è ben descritta e rappresentata da artisti del calibro di Van Gogh, Toulouse Lautrec, Hemingway, Oscar Wild e Picasso.
Il liquore non veniva, di solito, bevuto “d'un fiato”, ma consumato dopo un rituale abbastanza elaborato nel quale uno specifico cucchiaio scanalato contenente un cubetto di zucchero era posto sopra un bicchiere, e dell'acqua ghiacciata veniva versata sopra di esso sino a raggiungere un volume pari a cinque volte quella del liquore.

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Absintismo
L'assenzio era considerato la bevanda per eccellenza degli “artisti maledetti”, o meglio dei Simbolisti, in quanto la fusione simbolica delle sensazioni percettive differenti che essi proponevano nella loro arte poteva essere paragonata al presunto stato allucinatorio indotto dalla bevanda.
All'epoca, l'abuso del liquore a base di assenzio era infatti notoriamente associato all'insorgenza del cosiddetto “absintismo”, una sindrome caratterizzata da un'iniziale sensazione di benessere seguita da allucinazioni e convulsioni. All'uso prolungato di assenzio veniva inoltre ascritta l'insorgenza di cecità, allucinazioni e deterioramento mentale.
Caratteristico è il caso di Vincent Van Gogh, che negli ultimi anni della sua vita ha sperimentato allucinazioni, che sono state attribuite alla psicosi da cui era affetto. In realtà è stato verificato che l'artista era un forte bevitore di assenzio ed aveva probabilmente sviluppato la sindrome dell'absintismo, presumibilmente responsabile dei comportamenti anomali assunti dall'artista.
L'insorgenza dell'absintismo è stata inizialmente ricondotta al contenuto di tujone, una nota neurotossina contenuta nell'olio essenziale di assenzio, che sembra avere un'azione psicoattiva GABA modulatoria, con riduzione dell'attività gabaergica.
Tuttavia, considerando i livelli non così elevati di tujone contenuti nelle ricette dell'epoca, attualmente si ritiene che l'absintismo fosse il risultato dell'abuso alcolico associato alla presenza di adulteranti (quali zinco o cloruro di antimonio) e di alcune erbe tossiche (come il tanaceto).
Legislazione e Consumo Attuale
La rapida ascesa della popolarità dell'assenzio in Europa fu ben presto seguita da un'altrettanto rapida decadenza, e nei primi anni del ‘900 venne via via vietato dalle principali nazioni a causa di un vero e proprio fenomeno di abuso collettivo.
Nel 1905 il caso dell'omicida Jean Lanfray, bevitore d'assenzio, venne fortemente strumentalizzato dalla propaganda proibizionista e già nel 1906 il consumo di assenzio venne bandito in Belgio; a seguire, venne bandito anche in Olanda, in Svizzera e infine in Francia nel 1914.
Dal 1988, l'Unione europea consente un livello massimo di tujone pari a:
- 0,5 mg/kg in cibi e bevande;
- 5 mg/kg nelle bevande alcoliche con meno del 25% di volume di alcol;
- 10 mg/kg di bevande alcoliche con più del 25% di volume di alcol;
- 35 mg/kg in alcolici etichettati come amari.
L'uso e la vendita di assenzio negli stati membri è permesso all'interno di questo quadro normativo.
Il mito e la leggenda legati a questo liquore che profuma d'alchimia sostengono ancora oggi l'interesse di una nuova schiera di consumatori del liquore, spesso giovanissimi.
Tuttavia, occorre considerare che l'abuso di questo preparato è assolutamente pericoloso, sia a causa dei principi attivi (tujone) in esso contenuti, sia soprattutto a causa del suo elevato grado alcolico.
Studi e Proprietà
L'assenzio (Artemisia absinthium L.) è un arbusto di origine Europea, appartenente alla famiglia delle Asteraceae e piuttosto comune nelle zone alpine.
- Si ritiene che il nome Artemisia derivi da Artemide, dea della fertilità, in riferimento alle proprietà emmenagoghe della pianta.
- Il termine absinthium deriva invece dal greco “pianta priva di diletto”, cioè amara
Principi Attivi
Caratterizzato da un colore verde argentato e da un sapore estremamente amaro, l'assenzio è una pianta aromatica, contenente:
- lattoni sesquiterpenici, che gli conferiscono il tipico gusto amaro;
- olio essenziale (0,2-05%) dalla composizione variabile, ma contenente in prevalenza β-thujone e in quantità inferiore α-thujone, da cui deriva la tossicità della pianta;
- sostanze amare: absintina;
- glucosidi flavonici, acidi fenolici e tannini.
Sebbene l'assenzio sia stato e continui a essere usato per trattare perdita di appetito, indigestione, disturbi alle vie biliari e altri problemi gastrointestinali, mancano dati clinici a supporto di questi usi. Anche per l'utilizzo come agente antiparassitario e antielmintico, non esistono sono studi clinici pubblicati che ne valutino l'efficacia.
Gli studi sperimentali, eseguiti in vitro e su modelli animali, sono molto limitati, ma i dati pubblicati sembrano avvallare il tradizionale utilizzo medicinale della pianta
- Questo studio effettuato sui ratti ha evidenziato che l'estratto acquoso-metanolico della pianta somministrato per via orale alla dose di 500 mg/kg è in grado di esercitare sui roditori un'azione preventiva e curativa nei confronti del danno epatico indotto da paracetamolo e da tetracloruro di carbonio (CCl4), due modelli sperimentali di epatotossicità ampiamente utilizzati.
Ad esempio, mentre il paracetamolo da solo ha indotto la morte del 100% dei topi, il gruppo pretattato con 500mg/kg di assenzio ha fatto registrare una sopravivenza dell'80%. - In questo studio sono stati testati gli effetti di diversi estratti etanolici da A. absinthium provenienti dal Pakistan sull'ulcera indotta da acido salicilico nei ratti.
Gli estratti di assenzio hanno indotto una significativa diminuzione del volume del succo gastrico, della produzione di acido e dell'attività peptica, ma non è stato determinato alcun effetto sull'attività della mucina. Inoltre, gli estratti di assenzio hanno ridotto significativamente l'indice dell'ulcera. - In questo studio l'iniezione endovenosa di decotti di A. absinthium (equivalenti a 5 grammi di sostanze vegetali) ha causato un triplo aumento della secrezione biliare nei cani, mentre l'absinina somministrata per via orale ha aumentato la quantità di succo gastrico e HCl libero, mentre tale effetto non è stato osservato dopo la somministrazione tramite sondino gastrico.
- In questo studio è stata osservata la capacità dell'olio essenziale di inibire la crescita di Candida albicans e Saccharomyces cerevisiae, mentre nessuna attività è stata rilevata contro E. coli, S. aureus ed E. hirae.
- In questo studio, un estratto etanolico secco di Assenzio è stato somministrato a 15 pazienti con disturbi epatici attraverso un tubo duodenale, rilevando - rispetto ai valori basali - un aumento della secrezione di lipasi (+163 - 647%), bilirubina (+55 - 170%), colesterolo (+ 35 - 101%) e α-amilasi (+ 22 - 72%). L'aumentata secrezione di bilirubina e colesterolo, lipasi e a-amilasi era di lunga durata
- Due diversi studi clinici 1, 2 hanno trovato effetti favorevoli degli estratti di assenzio nella remissione dei sintomi del morbo di Crohn.
Letture di approfondimento consigliate: Assessment report on Artemisia absinthium L., herba - European Medicines Agency.
Modo d'uso
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Applicazioni Fitoterapiche
- Si consiglia di seguire le indicazioni del medico, del farmacista, dell'erborista o comunque dal produttore nell'etichetta o nel foglio illustrativo del prodotto.
Per le preparazioni erboristiche tradizionali, le dosi indicative sono pari a:
- Sostanza vegetale sminuzzata in compresse: assumere 3 volte al giorno 760 mg di sostanza vegetale (per un totale di 2,28 g al giorno); indicata per il trattamento di disturbi dispeptici quali spasmi gastrointestinali minori, pienezza gastrica e flatulenza.
- Sostanza vegetale sminuzzata per la preparazione di tisane: assumere 2-3 volte al giorno un infuso preparato con 1g di preparato (per un totale di 2-3g al giorno); indicata per il trattamento di disturbi dispeptici quali spasmi gastrointestinali minori, pienezza gastrica, flatulenza e disturbi funzionali delle vie biliari (assumere come aperitivo-eupeptico 30 minuti prima dei pasti; per tutte le altre indicazioni, assumere dopo i pasti).
Avvertenze
- Non superare la dose giornaliera consigliata in etichetta o nel foglio illustrativo del prodotto.
- L'Assenzio e gli altri integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita.
- Tenere fuori dalla portata dei bambini di età inferiore ai 3 anni.
- Se durante l'uso del prodotto dovesse notarsi un peggioramento dei sintomi, consultare un medico o un operatore sanitario qualificato.
- L'assunzione di Assenzio in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.
Controindicazioni
L'Assenzio Fa Male?
- Non esistono controindicazioni all'uso di Assenzio in soggetti adulti in buono stato di salute, salvo la presenza di reazioni di ipersensibilità individuale ai suoi componenti.
Non somministrare in caso di allergia accertata alle Asteraceae (Compositae). - Consultare il medico prima di utilizzare assenzio in presenza di occlusioni delle vie biliari (es. calcoli alla cistifellea) o altre condizioni di sofferenza della colecisti e/o delle vie biliari.
- L'utilizzo in gravidanza, allattamento e al di sotto dei 18 anni deve ritenersi controindicato.
- L’American Herbal Products Association ha assegnato l’assenzio alla classe 2b (non usare in gravidanza), 2c (non usare durante l’allattamento) e 2d (non usare per lunghi periodi e non superare la dose consigliata.
- Data la capacità della droga di aumentare la secrezione clorido-peptica dello stomaco, possono comparire disturbi gastrici da iperacidità.
Cautela quindi nell'utilizzo di Assenzio in soggetti affetti da ulcera peptica o gastrite.
Interazioni Farmacologiche
- Negli animali da laboratorio, gli estratti di assenzio sono in grado di esercitare un effetto inibitorio sugli enzimi microsomiali epatici e possono prolungare il sonno indotto dal pentobarbital e incrementare la tossicità della stricnina
- Poiché il tujone contenuto nell'assenzio può ridurre l'efficacia clinica del fenobarbital, con un meccanismo non ancora chiarito, l'associazione con tale farmaco sarebbe da evitare.
Effetti Collaterali
- A causa della neurotossicità del tujone, sono assolutamente da preferire prodotti con basso contenuto di tujone.
- I report di intossicazioni umane da preparati contenenti tujone hanno indicato che gli studi sugli animali sono di rilevanza clinica per per la situazione umana. Tuttavia, i confronti dose-effetto sono incerti.
A tal proposito sembra che dosi basse di tujone (dell'ordine di 1,5-3,85 mg) abbiano effetti nulli o molto scarsi mentre dosi più elevate (15 mg) possono chiaramente influenzare l'attività del sistema nervoso centrale.
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